Passione

Aforismi

Giovanni Verga

A buon cavallo non gli manca sella.
A chi ti vuol togliere la roba levagli la vita!
A chi vuol bene, Dio manda pene.
A donna alla finestra non far festa.
A provare non si perde nulla.
Aiutati che t'aiuto.
Al giorno che promise si conosce il buon pagatore.
Al giorno d'oggi l'interesse va prima della parentela.
Al giorno d'oggi per conoscere un uomo bisogna mangiare sette salme di sale.
Al servo pazienza, al padrone prudenza.
Alla casa del povero ognuno ha ragione.
Amare e disamare non sta a chi lo vuol fare.
Amici con tutti, e fedeli con nessuno.
Anche il lupo allorché capita affamato in una mandra, non pensa a riempirsi il ventre, e sgozza dalla rabbia.
Ascolta i vecchi e non la sbagli.
Augura bene al tuo vicino, ché qualche cosa te ne viene.
Avveleniamo la festa della nostra giovinezza esagerando e complicando i piaceri dell'amore sino a farne risultare dei dolori.
Beato chi muore nel proprio letto.
Bisogna rompere la pentola per aggiustarla.
Bocca amara sputa fiele.
Cane affamato non teme bastone.
Carcere, malattie e necessità, si conosce l'amistà.
Carne di porco ed uomini di guerra durano poco.
Certuni non sanno star soli neppure in paradiso.
Chi cade nell'acqua è forza che si bagni.
Chi cambia la vecchia per la nuova, peggio trova.
Chi comanda ha da dar conto.
Chi corre dietro alle donne cerca i guai con la lanterna.
Chi dà acconto non è cattivo pagatore.
Chi fa credenza senza pegno, perde l'amico, la roba e l'ingegno.
Chi ha carico di casa non può dormire quando vuole.
Chi ha fatto il pasticcio se lo mangi.
Chi ha il cuore contento sempre canta.
Chi ha roba in mare non ha nulla.
Chi non sa l'arte chiuda bottega, e chi non sa nuotare che si anneghi.
Chi piglia bellezze piglia corna.
Chi va all'acqua si bagna, e chi va a cavallo cade. Ma sinché non v'è uomini morti, a tutto si rimedia.
Chi è galantuomo bada ai fatti suoi.
Ciascuno deve pensare alla sua barba prima di pensare a quella degli altri.
Col mare fresco non se ne piglia pesci.
Coll'interesse non c'è amicizia.
Contentati di quel che t'ha fatto tuo padre; se non altro non sarai un birbante.
Dolci sogni dei vent'anni che le bufere della vita fanno svolazzare qualche volta sul cuore dell'uomo, persino quando il sorriso dello scetticismo gli ha già increspato le labbra.
Fa il mestiere che sai, che se non arricchisci camperai.
Facciamo come fanno le sue bestie, che si grattano il collo a vicenda.
Forza di giovane e consiglio di vecchio.
Fra suocera e nuora ci si sta in malora.
Gli uomini son fatti come le dita della mano: il dito grosso deve far da dito grosso, e il dito piccolo deve far da dito piccolo.
I giovani hanno la memoria corta, e hanno gli occhi per guardare soltanto a levante; e a ponente non ci guardano altro che i vecchi, quelli che hanno visto tramontare il sole tante volte.
I guai li ha chi li cerca.
I pesci del mare son destinati a chi se l'ha da mangiare.
I poveretti sono come le pecore, vanno sempre con gli occhi chiusi dove vanno gli altri.
I vicini devono fare come le tegole del tetto, a darsi l'acqua l'un l'altro.
Il buon pilota si prova alle burrasche.
Il galantuomo come impoverisce diventa birbante.
Il giudizio viene colle disgrazie.
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole.
Il matrimonio è come una trappola per topi; quelli che son dentro vorrebbero uscirne, e gli altri ci girano intorno per entrarvi.
Il mondo è pieno di guai, chi ne ha pochi e chi ne ha assai.
Il mondo è tondo, chi nuota e chi va a fondo.
Il pesce comincia a puzzare dalla testa.
Il tempo si porta via le cose brutte come le cose buone.
Intorbidiamo la serenità della nostra vecchiaia coi fantasmi di un'altra vita che nessuno conosce.
L'uomo per la parola, e il bue per le corna.
La cavezza è fatta per il mulo.
La donna è fedele ad uno, quando il turco si fa cristiano.
La fame fa uscire il lupo dal bosco.
La forca è fatta pel disgraziato.
La gallina che cammina torna a casa con la pancia piena.
La maggior parte dei nostri dolori ce li fabbrichiamo da noi.
La roba vuol stare con chi sa tenerla e non la sciupa.
Le cose lunghe diventano serpi.
Le parole hanno il valore che dà loro chi le ascolta.
Lo sfortunato ha i giorni lunghi.
Mare crespo, vento fresco.
Maritati e muli vogliono star soli.
Meglio contentarsi che lamentarsi.
Meglio poco che nulla.
Necessità abbassa nobiltà.
Nei piccoli paesi c'è della gente che farebbe delle miglia per venire a portarvi la cattiva nuova.
Nessuno è contento del suo stato.
Non accusate l'arte, che ha il solo torto di aver più cuore di voi, e di piangere per voi i dolori dei vostri piaceri.
Non predicate la moralità, voi che ne avete soltanto per chiudere gli occhi sullo spettacolo delle miserie che create.
Non siamo ricchi, per volerci sempre bene. Le galline quando non hanno nulla da beccare nella stia, si beccano fra di loro.
Non vorrei morire perché ho paura dell´inferno... perché amo il mio peccato!
Né visita di morto senza riso, né sposalizio senza pianto.
Oggi non si ha più riguardo a nessuno. Dicono che chi ha più denari, quello ha ragione.
Ogni male non viene per nuocere.
Ognuno tiene gli occhi addosso a quel che gli preme.
Ognuno tira l'acqua al suo mulino.
Ostessa bella conto caro.
Per menare il remo bisogna che le cinque dita della mano si aiutino l’un l’altro.
Più ricco è in terra chi meno desidera.
Quando nei trasporti amorosi non si mette lo stesso abbandono dalle due parti, una delle due è ridicola di certo. Non so quale.
Quando parlano i più vecchi di te sta zitto.
Quando si cade bisogna almeno aver la forza di non dare del viso nel fango.
Quando uno è galantuomo lascia buon nome e si guadagna il paradiso.
Quel ch'è di patto non è d'inganno.
Roba rubata non dura.
Rubare ai ladri non è stato mai peccato.
Senza pilota barca non cammina.
Si fa quel che si può.
Siamo degli umili fiorellini avezzi alla dolce tutela della stufa, che l'aria libera uccide.
Suocera e nuora nella stessa casa sono come due mule selvatiche nella stessa stalla.
Tenevamo gli occhi fissi nel cielo, e mi pareva che le anime nostre si parlassero attraverso l'epidermide delle nostre mani e si abbracciassero nei nostri sguardi che s'incontravano nelle stelle.
Tutte le gioie del mondo lasciano in fine un senso di amarezza... tutte!
Un pesce fuori dall'acqua non sa starci.
Una mela fradicia guasta tutte le altre.
Una spina scaccia l'altra.
Uomo povero ha i giorni lunghi.
Ventre affamato non sente ragione.